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PROBIOTICI ED ALLERGIE ALIMENTARI

Le reazioni avverse agli alimenti e le allergie alimentari sono ad oggi in costante e vertiginoso aumento. Si stima che un quinto della popolazione mondiale ne soffra con manifestazioni differenti in base all’eziologia ed alla gravità del processo.

Oltre che a migliori capacità diagnostiche, questa evidente tendenza è più verosimilmente legata all’influsso dei fattori ambientali.

Diversi fattori legati allo stile di vita attuale tra cui:

-l’aumento delle nascite da taglio cesareo

-la riduzione dell’allattamento al seno

-l’uso precoce di antibiotici

-l’alimentazione ad alto contenuto di grassi e povera di fibre

-l’eccesso di igiene

-l’esposizione ad inquinanti ambientali

possono compromettere nella fase dello sviluppo del bambino la normale flora microbica intestinale. Il neonato si troverebbe così privo di “batteri buoni” che preparano in condizioni normali il sistema immunitario a riconoscere il cibo come innocuo ed evitare di reagire ad allergeni alimentari (“tolleranza”).

La tolleranza è mantenuta in condizioni fisiologiche dalla flora microbica residente attraverso il mantenimento dell’integrità della barriera epiteliale intestinale e tramite la regolazione dell’attività dei linfociti T, coinvolti nella produzione di interleuchine pro-infiammatorie (IL-4, IL13).

Il microbiota intestinale è quindi a pieno titolo implicato anche nello sviluppo di allergie alimentari in quanto le sue alterazioni possono compromettere la funzionalità del sistema immunitario ed influenzarne la risposta nei confronti di allergeni alimentari. In presenza di una predisposizione, una disbiosi intestinale può favorire pertanto lo sviluppo di reazioni di sensibilità al cibo (incluse le intolleranza) e di allergie conclamate.

Questo può verificarsi secondo varie modalità.

Anzitutto, le modifiche della permeabilità della barriera intestinale in corso di disbiosi possono consentire l’ingresso di molecole potenzialmente dannose e scarsamente tollerate dal nostro organismo, con attivazione immediata dell’infiammazione e stimolazione del sistema immunitario.

In secondo luogo, una compromissione della normale flora batterica può ridurre la “tolleranza” ai normali antigeni presenti negli alimenti, favorendo l’attivazione del sistema immunitario anche contro molecole normalmente tollerate.

Infine, un microbiota mal funzionante può interagire direttamente con componenti di alimenti aumentandone l’immunogenicità, cioè la capacità di stimolare una risposta infiammatoria. Questo è quello che si verifica -ad esempio- se alcune molecole non vengono correttamente digerite. In questo senso sembrano giocare un ruolo gli acidi grassi a catena corta nei pazienti affetti da sensibilità alimentare.

Per valutare come la disbiosi possa influenzare le risposte immunitarie al cibo, negli studi clinici sono stati confrontati topi normali con topi nati e cresciuti in condizioni sterili e topi trattati con antibiotici ad alte dosi. Dopo esposizione agli allergeni dell’arachide, sia i topi sterili che i topi trattati con antibiotici hanno mostrato una produzione più elevata di anticorpi contro le arachidi rispetto ai topi cresciuti in condizioni normali. 

Altri studi hanno evidenziato che neonati allergici al latte vaccino alimentati con formula arricchita con un tipo di probiotico (Lactobacillus rhamnosus) sembrerebbero sviluppare la tolleranza nei confronti del latte più frequentemente dei bambini che assumono una formula priva di probiotici.

Diversi studi infine hanno mostrato differenze nella composizione batterica delle feci di bambini con allergia alimentare e bambini sani. In particolare in uno studio, i bambini allergici agli alimenti presentavano meno batteri appartenenti alla famiglia Clostridiales. I topi trattati con batteri contenuti nelle feci dei bambini allergici agli alimenti sviluppavano reazioni allergiche. Viceversa, topi cui erano stati somministrati Clostridiales non sviluppavano allergia alimentare.

L’ipotesi è che i batteri buoni intervengano nella stimolazione delle risposte immunitarie mediate dai linfociti T. Pertanto, sembra che la perdita di batteri intestinali protettivi sia un fattore critico nello sviluppo delle allergie alimentari ed in futuro la manipolazione del microbiota attraverso probiotici potrebbe aiutare a prevenire o trattare le allergie alimentari.

Rossana Cannas

Dott.ssa Rossana Cannas