Probiotici: La Definizione Ufficiale dell'OMS e i Requisiti per un Vero Beneficio
L'interesse verso i probiotici è in costante crescita, ma in un mercato saturo, è fondamentale distinguere un prodotto di qualità da uno che non offre i benefici attesi. Il punto di partenza più autorevole per comprendere cosa rende un microrganismo "probiotico" è la definizione congiunta fornita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura).
La Definizione Ufficiale OMS/FAO: Il Punto di Partenza
Nel 2001, l'OMS e la FAO hanno fornito la definizione che è tutt'oggi il pilastro per l'intera industria:
> "Microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute all'ospite."
>
Questa frase, apparentemente semplice, racchiude requisiti scientifici stringenti che un integratore deve soddisfare per essere considerato un vero probiotico:
1. "Microrganismi vivi" (Vitalità)
Il ceppo batterico deve essere vivo e vitale non solo al momento della produzione, ma fino alla data di scadenza del prodotto e, crucialmente, deve sopravvivere al passaggio attraverso l'ambiente acido dello stomaco. Se i microrganismi muoiono prima di raggiungere l'intestino, non possono esercitare alcun effetto benefico.
2. "In quantità adeguate" (Dosaggio)
L'effetto benefico è strettamente legato alla dose. Non basta una traccia: il probiotico deve essere somministrato in una concentrazione sufficiente e dimostrata per colonizzare l'intestino. Generalmente, si parla di miliardi di unità formanti colonie (CFU) per dose giornaliera.
3. "Conferiscono un beneficio" (Evidenza Scientifica)
Questo è il requisito più rigoroso. Il beneficio per la salute (ad esempio, il supporto immunitario o l'equilibrio della flora) deve essere dimostrato attraverso studi clinici specifici e robusti, validati e condotti sull'uomo.
I Requisiti Scientifici Impliciti (e Fondamentali)
Oltre alla definizione, l'OMS/FAO e le successive linee guida del Ministero della Salute italiano hanno specificato ulteriori criteri di qualità e sicurezza che un ceppo deve rispettare:
* Identificazione Precisa del Ceppo: Il microrganismo deve essere identificato a livello di ceppo (es. L. acidophilus LA02), e non solo di genere e specie.
* Sicurezza Accertata: Il ceppo deve essere considerato sicuro per l'uso umano (status QPS - Qualified Presumption of Safety) e non deve essere portatore di antibiotico-resistenze acquisibili o trasmissibili.
* Stabilità e Colonizzazione: Deve essere in grado di aderire alla mucosa intestinale e moltiplicarsi in modo efficace.
Il Valore Aggiunto di Iproboro® in un Contesto OMS
In questo scenario di alta qualità e rigore scientifico, prodotti come Iproboro® dimostrano di aver recepito e superato i requisiti fondamentali dell'OMS/FAO:
* Massima Vitalità Garantita: Grazie alla tecnologia di microincapsulazione, Iproboro® garantisce una sopravvivenza dei ceppi batterici significativamente maggiore nel transito gastrico rispetto alle formulazioni tradizionali, assicurando che la dose "adeguata" arrivi dove serve.
* Qualità e Sicurezza: Iproboro® utilizza ceppi ben caratterizzati, in linea con i criteri di sicurezza richiesti.
* Beneficio Potenziato: L'aggiunta mirata di Vitamina D3 non solo supporta l'azione dei ceppi probiotici, ma fornisce un ulteriore beneficio diretto al sistema immunitario, che è strettamente correlato alla salute intestinale.
Scegliere un probiotico non è solo una questione di conteggio di batteri, ma di assicurarsi che siano vivi, vitali e in grado di offrire un beneficio dimostrato. Affidarsi a prodotti che rispettano le linee guida internazionali, come quelle dettate dall'OMS, è il primo passo verso un benessere intestinale e immunitario di qualità.
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