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ESOFAGITE EOSINOFILA

L’esofagite eosinofilia (EoE) è una malattia infiammatoria cronica su base immune-allergica dell’esofago,  quella parte del canale alimentare che collega la faringe allo stomaco.

E’ caratterizzata da sintomi correlati alla disfunzione esofagea e dall’infiammazione prevalentemente di tipo eosinofilo. 

Gli eosinofili sono un tipo di globulo bianco che normalmente svolgono un importante ruolo di difesa in corso di infestazioni da parassiti e di reazioni allergiche.

Si riscontrano in questa patologia in grande quantità nella parete dell’esofago.

La definizione di EoE è basata sui sintomi e sul quadro istologico che si osserva alla biopsia. Prima di porre il sospetto diagnostico è opportuno escludere altre malattie associate con un’infiammazione esofagea eosinofilo-predominante, quali malattia da reflusso gastroesofageo, morbo di Crohn, acalasia, gastroenterite eosinofila, malattie del connettivo ed infezioni esofagee.



La prevalenza della EoE, dalla sua prima identificazione come malattia a sé stante circa 23 anni fa, è in costante aumento, probabilmente anche per la maggiore consapevolezza della malattia, e molti studi sono stati pubblicati proprio negli ultimi anni. 

Sebbene sia stata inizialmente descritta in Europa e Nord America, attualmente si riscontrano casi in tutto il mondo.

L’EoE è più comune nel sesso maschile, con un rapporto M:F di 3:1 e può presentarsi già nell’infanzia o comparire nell'età adulta. E’ invece rara negli anziani.

Il 50-70% dei bambini con EoE hanno anche malattie atopiche concomitanti, incluso asma bronchiale, rinocongiuntivite allergica e dermatite atopica. 

E’ caratterizzata da episodi acuti e da periodi in cui i sintomi scompaiono, andando incontro a remissione spontanea. La causa non è del tutto nota, ma essendo una una malattia immuno-allergica si ritiene sia provocata da una reazione immunitaria ad antigeni di alimenti in pazienti che sono geneticamente suscettibili. Spesso non si riesce a trovare una causa definitiva, nonostante i test allergologici alimentari ed i tentativi dietetici.

I sintomi possono essere diversi, a seconda dell’età di presentazione e della durata di malattia. 

Nei bambini sono comuni:

-dolore addominale

-sintomi da reflusso gastroesofageo

-nausea e vomito

-difficoltà alla deglutizione (disfagia) per cibi solidi

-rifiuto dell’alimentazione e anoressia

-perdita di peso

-dolore toracico e dietro lo sterno (porosi retrosternale)

 

Negli adulti spesso la prima manifestazione è l’occlusione acuta da bolo di cibo. Sono spesso presenti anche sintomi da reflusso gastroesofageo, come il bruciore di stomaco.

La diagnosi è basata anzitutto sull’attenta raccolta anamnestica dei sintomi riferiti dal paziente e quindi sull’esecuzione dell’esofagogastroduodenoscopia (EGDS) con biopsia che mostra la tipica infiltrazione delle cellule eosinofile (almeno 15 eosinofili/campo microscopico). 

L’esofagogastroduodenoscopia viene effettuata in regime di sedazione e consente di osservare la parete dell’esofago e di prelevare alcuni frammenti della mucosa, che vengono colorati ed osservati al microscopio.

Talora possono essere utili radiografie con bolo baritato.

Vengono inoltre eseguiti i Prick test per alimenti per identificare possibili fattori scatenanti.

Il trattamento è basato sull’impiego di farmaci (inibitori di pompa protonica, corticosteroidi topici, dieta di eliminazione, talora dilatazione esofagea nei casi in cui sia necessaria).

La dieta di eliminazione spesso è raccomandata per l’EoE per evitare gli alimenti che più spesso possono essere causa di reazioni alimentari IgE-mediate (latte, uova, soia, grano, arachidi/noci, pesce/crostacei).

Se non trattata, l’infiammazione può portare ad un restringimento dell’esofago (stenosi).

Rossana Cannas

Dott.ssa Rossana Cannas